Siamo tornati a San Michele all’Adige (TN), per visitare l’impianto di Bioenergia Trentino che, quando fu realizzato nel 2012 da Cesaro Mac Import, era uno dei primissimi in Italia a combinare la digestione anaerobica a secco e il compostaggio.
Progettato per garantire un livello produttivo ben superiore alle esigenze di dieci anni fa, l’impianto si è dimostrato negli anni estremamente funzionale e affidabile: non ha mai smesso di lavorare.
Ad oggi l’impianto tratta ogni anno 45.000 tonnellate di umido e 15.000 ton di verde (nel 2012 erano rispettivamente 26.000 e 11.000 t annue, ndr), restituendo 15.000 tonnellate di compost, energia elettrica da cogenerazione, biogas trasformato in biometano. A farci da cicerone nel toccare con mano le ultime implementazioni dell’impianto, sempre sviluppate da Cesaro Mac Import facendo di fatto evolvere il progetto originale, è stato l’ingegnere Michele Zorzi, direttore tecnico dello stabilimento di San Michele all’Adige (TN) sin dalle origini.
Evoluzioni in purezza
La presenza sempre maggiore di impurità nella FORSU conferita – ci ha spiegato Zorzi – ha portato a introdurre quattro anni fa una Tiger Depack HS 20 OSC costruita da Cesaro. Si tratta di una “lavatrice” che tratta il materiale conferito a valle del vaglio stellare (60 mm), ma a monte del digestore. Questa macchina spreme il materiale che esce dal vaglio tramite una coppia di viti senza fine poste alla base della tramoggia e separa le parti non organiche grazie un processo di centrifuga verticale. Il risultato è una elevata qualità della matrice organica utilizzata per la digestione anaerobica e una riduzione del 50% dello scarto.
Sempre nel 2019, ha preso il via anche l’upgrading per produrre biometano scomponendo la parte di CO2 presente nel biogas e purificando la parte gassosa. Così, in un anno, vengono prodotti 2.400.000 standard metri cubi di biometano che vengono immessi in rete Snam e, solo una minima parte, è utilizzata per alimentare l’impianto di San Michele all’Adige (TN) tramite 600 Kwh/anno di energia elettrica ottenuta da cogenerazione.
IL Nuovo miscelatore heavy duty introdotto a gennaio 2023. Parte della serie di miscelatori UNIT MIX, l’UM 320 PRO consente una miscelazione affidabile per ottimizzare il mix da inserire nelle biocelle.
Per ottimizzare ulteriormente la lavorazione ed ottimizzare i tempi di maturazione, a dieci anni dall’avvio è stato inoltre sostituito il miscelatore Doppstadt con migliaia di ore di lavoro all’attivo, con il primo esemplare di miscelatore UM 320 made in Italy, costruito da Cesaro su licenza esclusiva Doppstadt (che ne ha cessato la produzione).
Parte della serie di miscelatori UNIT MIX, l’UM 320 consente una miscelazione affidabile e precisa di rifiuti organici, rifiuti verdi, terreno, pacciame di corteccia e fanghi, per ottenere preparazioni precise. Ideale per impianti di trattamento meccanico/biologico o di digestione e compostaggio, è dotato di una camera di miscelazione da 20 m³ con tre alberi a vite senza fine. Rispetto al precedente miscelatore con cui condivide tecnica e meccanica, sono però state introdotte migliorie per soddisfare le esigenze di Bioenergia Trentino.
Tre le evoluzioni del miscelatore segnaliamo sia l’introduzione di sensori elettronici che ottimizzano la gestione e, grazie ad una pesa, permettono all’operatore che alimenta il miscelatore di non sovraccaricarlo, sia l’utilizzo di lamierati in acciaio alto resistenziale di spessori maggiorati rispetto al precedente miscelatore. L’obiettivo che si sono posti Cesaro e Bioenergia Trentino è quello di massimizzare nel tempo le prestazioni dell’UM 320 e ridurre i suoi tempi di manutenzione.
LA TIGER DEPACK HS 20 TRATTA IL MATERIALE CONFERITO A VALLE DEL VAGLIO STELLARE (60 mm), MA A MONTE DEL DIGESTORE. QUESTA TIGER SPREME IL MATERIALE CHE ESCE DAL VAGLIO TRAMITE UNA COPPIA DI COCLEE POSTE ALLA BASE DELLA TRAMOGGIA E SEPARA LE PARTI DELLA MATRICE ORGANICA UTILIZZATA PER LA DIGESTIONE ANAEROBICA, PORTANDO A UNA RIDUZIONE DEL 50% DELLO SCARTO.
Michele Zorzi direttore tecnico stabilimento Bioenergia Trentino
Quest’anno sono 20 anni che gestisco impianti di compostaggio. Quello di San Michele all’Adige, noto come impianto di Faedo, l’ho visto nascere in quanto ho collaborato al suo sviluppo sin dalla fase progettuale. La nostra filosofia è quella di anticipare la domanda introducendo innovazioni che permettano una costante ottimizzazione dei processi. Oltre alle novità introdotte negli ultimi 4 anni collaborando con Cesaro, stiamo valutando di ottimizzare la sezione di compostaggio raddoppiando l’attuale tunnel “Il Girasole” di biossidazione accelerata a cui segue la maturazione in platea coperta. In questo modo sarebbe teoricamente possibile aumentare le biocelle.