MTB BDR 1645 pretrituratore cavi

Nel cuore della lombardia un'azienda familiare con una lunga storia si dedica al recupero di materiali evolvendo dalla selezione manuale al trattamento high-tech dei metalli in particolare del rame.
27 Marzo, 2025
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Credits: Cesaro Mac Import

Dalla selezione manuale al rame high-tech: la sfida quotidiana del recupero

Nel cuore industriale della Lombardia, a Comun Nuovo (Bergamo), sorge un’azienda familiare che ha fatto del recupero dei materiali una vera missione. A parlarci della sua esperienza è Roberto Sala, titolare del Centro Recupero Ecologico, realtà attiva da oltre quindici anni nel settore del trattamento rifiuti, ma con radici ben più profonde.

“Fin dall’inizio ci siamo concentrati sul recupero dei rifiuti da cantiere e aziendali, puntando a selezionare il massimo e portare il minimo agli inceneritori”, racconta Sala. “Con una linea di selezione progettata internamente, recuperiamo legno, carta, plastica e altri materiali preziosi”.

L’evoluzione verso i metalli e l’economia circolare

Negli ultimi anni l’azienda ha ampliato il proprio raggio d’azione puntando sul trattamento dei metalli, in particolare rame e ottone. “Abbiamo iniziato con un piccolo mulino per cavi in rame e poi, vista la crescente domanda, abbiamo investito in impianti sempre più performanti”, spiega Sala.

L’incremento di produttività è stato possibile anche grazie a partner consolidati come Cesaro Mac Import. “Conosco Cesaro dai tempi in cui mio padre lavorava con i miei zii: abbiamo sempre apprezzato la qualità delle loro macchine. Siamo partiti con un trituratore Doppstadt 3060 Buffalo ancora oggi operativo e un vaglio SM518, per poi integrare caricatori Sennebogen 817 e, recentemente, un nuovissimo premacinatore MTB per la lavorazione dei cavi di rame”.

Prestazioni, affidabilità e formazione

Il nuovo premacinatore si è rivelato un investimento vincente: struttura robusta, rotore in ricavato da monoblocco e prestazioni elevate. “Rispetto alla macchina precedente, che aveva rotazione più lenta che produceva inversioni continue, l’MTB lavora veloce e senza impedimenti, con griglie da 15 mm. Raggiungiamo picchi di produzione di 4-5 tonnellate all’ora, mentre il nostro impianto ne gestisce ne gestisce attualmente 2: per questo vorremmo ridurre ulteriormente la pezzatura, così da ottimizzare la linea e sfruttare al meglio le potenzialità del BDR 1645”. La scelta di una macchiana così performante è data dalla nostra convinzione che il settore del recupero dei metalli sia in continua espansione e pertanto una macchina così si inserisce perfettamente negli obiettivi di sviluppo futuri.

Un punto di forza? La manutenzione semplificata. “I coltelli si ruotano con questa produzione ogni 3-4 settimane e possono essere utilizzati tutti e quattro gli spigoli riducendo i costi di sostituzione. La formazione iniziale, durata due giorni con tecnici diretti da MTB, è stata fondamentale per imparare a gestire griglie, spessimetri e software della macchina”.

A completare il quadro c’è il supporto tecnico e commerciale di Cesaro Mac Import, che si conferma non solo fornitore ma vero e proprio partner operativo. “Con Cesaro non abbiamo mai avuto problemi: sono presenti, disponibili e rapidi nel rispondere. Se serve un pezzo, se c’è un dubbio o una regolazione da fare, trovi sempre qualcuno pronto a intervenire. Anche per l’MTB ci siamo affidati al loro consiglio e non ci hanno mai deluso”.

Transizione elettrica e sfide future

Oggi il Centro lavora 10 ore al giorno senza interruzioni, grazie a una squadra di 13 persone, tra cui il padre di Roberto, ancora in campo a 68 anni. Tuttavia, la transizione verso l’elettrico è rallentata dalla scarsa autonomia dei caricatori a batteria. “Lavoriamo su turni lunghi, dalle 5 alle 18, e oggi le batterie non reggerebbero. Ma siamo fiduciosi che presto ci saranno soluzioni adatte”.

Robotica e intelligenza artificiale: il domani della selezione

Lo sguardo di Sala è rivolto al futuro, dove la vera sfida sarà la manodopera. “Oggi è sempre più difficile trovare persone disposte a lavorare nella selezione dei rifiuti. L’obiettivo è automatizzare, grazie a robot e intelligenza artificiale. Abbiamo bisogno di impianti che possano gestire il lavoro pesante, soprattutto per materiali complessi come i cavi sottomarini schermati in ferro, difficili da trattare manualmente”.

Nonostante le difficoltà, l’entusiasmo è palpabile: “Mi piace sapere che da una camionata di rifiuti riesco a recuperare il 50-60%. È un lavoro che dà soddisfazione e non lo lascerei mai, neanche se venisse qualcuno a offrirmi una fortuna”.

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