Contarina è una public utility che si occupa della gestione dei rifiuti in 49 Comuni della provincia di Treviso. Recentemente ha inaugurato una nuova linea per produrre biometano da rifiuto organico che implementa l’esistente impianto di compostaggio. Questo progetto è stato in parte finanziato dal PNRR: 19 milioni euro destinati alla realizzazione della nuova sezione di digestione anaerobica nell’impianto di Trevignano (TV), dove viene trattato il rifiuto organico differenziato dai cittadini.
Si tratta di un progetto strategico di economia circolare per valorizzare al 100% la frazione organica, ricavando compost di qualità e biometano per il rifornimento dei mezzi di raccolta. L’ampiamento del sito di Trevignano consente il trattamento anaerobico di 47mila tonnellate/anno di rifiuto organico per la produzione di biometano pari a 527 Smc/h. L’impianto prevede una produzione di biogas pari a 7,6 milioni Nmc annui, che viene poi trattato e purificato per ottenere biometano (liquido e compresso) per autotrazione e immissione in rete.
La produzione attesa di biometano è di oltre 4 milioni Smc annui, equivalenti dal punto di vista energetico a 3.380 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) all’anno, che verranno usati per alimentare i mezzi per la raccolta dei rifiuti. Si tratta di circa 110 autocisterne di carburante da fonti rinnovabili autoprodotto.
Il nuovo polo impiantistico oggi si compone di due sezioni: una per la produzione di compost di qualità e una dedicata alla produzione di biometano. L’Impianto di compostaggio attivo dal 2001, nel corso del 2018 è stato interamente riqualificato e ampliato per trattare complessivamente 73 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Qui vengono portati l’umido e il vegetale differenziati da mezzo milione di cittadini e raccolti porta a porta nei 49 Comuni trevigiani serviti da Contarina.
La nuova sezione dedicata al trattamento anaerobico del rifiuto organico è stata costruita tra il 2022 e 2023 ed è stata progettata e realizzata da Cesaro Mac Import srl. Si compone di diverse fasi: pipe di alimentazione del rifiuto, due digestori anaerobici con tecnologia Plug&Flow, una stazione di upgrading per la trasformazione del biogas in biometano e infine una sezione di liquefazione e compressione in rete del biometano. Questa sezione prevede il trattamento anaerobico di 47.500 tonnellate/anno di rifiuto delle 73 mila complessivamente trattate dall’impianto: 40.500t di FORSU pretrattata con trituratori aprisacco e vagli e 7.000t di frazione verde triturata. I due digestori, oltre al biogas, producono anche circa 38.000 t/anno di digestato, che viene inviato alla sezione aerobica esistente e miscelato per la produzione di compost.
LE SEZIONI DELL’IMPIANTO
Questa tipologia di iniziativa è estremamente qualificante nel contesto della gestione dei rifiuti, perché si inserisce in un sistema che mira alla chiusura dei processi in ottica di circolarità; inoltre, ha lo scopo di produrre biocombustibili dai rifiuti L’inserimento di una sezione di digestione anaerobica all’interno di un impianto già avviato è la dimostrazione che la tecnologia nel settore progredisce e che impianti ben costruiti e correttamente localizzati possono restare efficienti ed essere aggiornati con grande beneficio per la collettività. La tecnologia applicata è quella della digestione anaerobica definita “a secco”, che prevede una miscela al 22% di sostanza secca. Questa tecnologia è stata concepita proprio per la digestione del rifiuto organico e ha come vantaggio l’alta quantità di biogas prodotto e l’assenza di liquidi da dover gestire alla fine del processo.
La progettazione in linea dei due processi, anaerobico e aerobico, è stata inserita per la prima volta in Italia nel 2012 da Cesaro Mac Import nell’impianto di Faedo, in provincia di Trento.
Nella struttura impiantistica di Contarina a Trevignano tutto il rifiuto organico viene scaricato in un ambiente chiuso e in depressione, per evitare la dispersione degli odori. I mezzi a vasca scaricano i rifiuti in due box di stoccaggio separati: uno per la frazione umida, che contiene fino a 250 tonnellate di rifiuto, e il secondo per la frazione vegetale, con una capacità di 170 tonnellate.
Nella zona di scarico c’è un’area aggiuntiva per l’accumulo del vegetale di 4.500 mq, dove si possono raccogliere 1.600 tonnellate di materiale. I rifiuti presenti nella zona di scarico vengono prelevati da un carroponte e portati al trituratore Allreco Ceron
Type 256, dove inizia la fase di pretrattamento. In questa fase vengono aperti i sacchetti compostabili; poi con un vaglio da 6 cm, l’umido viene separato in base alle dimensioni e si tolgono eventuali residui metallici.
Il materiale è diviso in due flussi: uno per la produzione di biogas e uno per la produzione di compost. La produzione di biogas avviene attraverso un processo naturale di digestione anaerobica, ovvero in totale assenza di aria. Per questo processo si usa la parte più fine del rifiuto umido, a cui si unisce una quota di vegetale: questa massa viene accumulata in un serbatoio da 150 mc e successivamente trasportato verso i due digestori attraverso un sistema pipe line lungo 130 metri in funzione 24 ore su 24. Questo sistema è il primo in Italia utilizzato per il trasposto del rifiuto organico su una distanza tale con un tubo perfettamente chiuso che non fa fuoriuscire odori. La fermentazione anaerobica del materiale organico avviene all’interno di due digestori da 2.100 mc ciascuno. Ogni giorno vengono caricate circa 65 tonnellate di materiale all’interno di ciascun digestore.
La massa lavorata occupa fino all’85% del volume disponibile dei digestori, mentre il biogas si accumula nella parte superiore delle due camere grazie al sistema di pale che smuove la massa in maniera costante.
Dopo 25 giorni di fermentazione, il digestato – ovvero la miscela residua
che gradualmente si forma durante questo processo – viene rinviato all’impianto per la produzione di compost attraverso una condotta ermetica in acciaio, spinto da una pompa a pistoni. Il biogas viene estratto in maniera continua dai digestori e ha un contenuto medio di metano del 57-62%. La parte rimanente è costituita quasi esclusivamente da anidride carbonica, con tracce di acido solfidrico, vapore acqueo e COV – composti organici volatili.
L’impianto di Trevignano a regime produrrà per ogni tonnellata di matrice organica 180 Smc di biogas, che poi viene purificato nella sezione di upgrading per ottenere biometano adatto all’immissione in rete o alla liquefazione per l’uso come carburante, eliminando le impurità attraverso diversi passaggi. Nella torre di lavaggio si elimina l’idrogeno solforato, poi il vapore acqueo viene condensato e convogliato all’impianto di trattamento delle acque. Una batteria di filtri a carboni attivi rimuove i composti organici volatili e gli eventuali residui di idrogeno solforato. Infine, si rimuove l’anidride carbonica con un sistema a membrane e si libera in atmosfera (o -gas), senza impatto nell’emissione di gas serra. Il biometano prodotto ha una purezza superiore al 99,5% ed è controllato in ogni momento con specifici analizzatori di gas. Il biometano è una fonte rinnovabile che contribuisce alla transizione energetica. Permette di ridurre le emissioni di gas serra in compliance con le disposizioni Global Methane Pledge 2030, oltre a valorizzare i rifiuti organici in ottica circolare, contribuendo così alla decarbonizzazione dei trasporti.